Tuesday, July 17, 2012

“ LA FAMA CHE E' VENUTA A COSTARE QUANTO UN PACCHETTO DI SIGARETTE”

Ad oggi sono passati 60 anni dalla costituzione dell'istituto cinematografico “Shqiperia e Re”.
A ognuno di noi, viene in mente il suo film albanese preferito. Oggi la nostalgia ci porta alle “leggende” passate perfino anche con i drammi psicologici. Sono andati via da questo mondo mutilati spiritualmente anche per un ruolo di un film. Sono andati vivendo il film come una gara – una medaglia olimpica. Con gli occhi sempre aperti, se si fermava la macchina dei servizi segreti (Gas i Sigurimit): è piaciuto o no il film al Partito e al Dittatore? A chi tocca se no?


Molti di loro sono andati via da questo mondo cammuffati, spettegolati anche da parenti lontani che si sono dati alla fuga. Quelli che sono andati via pacificamente da questa terra, o quelli che fortunatamente sono ancora qui, tutti e due stanchissimi di una “guerra fredda come il ghiaccio”, tra gomitate e interventi del comitato centrale anche per un ruolo in un film. Anche per una storia d'amore. Quelli che si sono strapazzati viaggiando sopra un camion, per arrivare o andare via per un'istante da dove si gira la scena di un film. Li’, lontani dalle loro famiglie, stringendo in mano un “buono”, che bastava per comprare un pacchetto di sigarette albanesi. Sufficiente per lasciare andare in aria il fumo e la rabbia veniva nascosta. Che sfortuna. Li’ dove la sigaretta faceva fumo finchè andavano i truccatori dei ruoli. E i ciak si protraevano fino all'alba...

Qui, in questo paese di fronte all'Europa, dove Mastroianni, Fellini, Sordi, Toto’ alimentavano le loro vene artistiche con il giocattolo dei loro ruoli. E poi li’, ancora un po' più lontano dove Alain Delon e Belmondo “balbettavano” arte e speranza in Tv proibite di qualche “amico del Politburo”. Magia. Sogno. “Scultura” plastica, il destino di un ruolo memorabile.

E loro ce l'hanno fatta. Sono arrivati vivi nella memoria di una nazione intera, quelli, gli artisti dei film albanesi. I nostri “eroi” scolpiti nelle bobine dei film, adesso buttati qua e la’ negli “angoli” dei studi televisivi di questo periodo transitorio. Più “disastroso” di quel periodo, questa sfortuna spietata. Meno male che almeno l’artista comprava un pacchetto di sigarette con un buono attraverso i soldi meritati. Vinti con il sudore del ruolo. Con il puro lavoro. Con i ruoli cosi’ memorabili per lo spettatore e con l’unico desiderio nascosto dentro a se’: “Per favore, chiamami con il nome del personaggio, o benedetto spettatore, grazie”. Questo e’ l’unico desiderio che arriva dalla fama che è venuta a costare quanto un pacchetto di sigarette...


Gratitudine agli artisti del film albanese! Oggi nel sessantesimo anniversario della nascita di una “montagna” di valori e di emozioni con il nome di istituto cinematografico “Shqiperia e Re”. Una montagna che possono scalare solo i nostri artisti. Le nostre stelle. Una grande fortuna per noi... Teniamoli nella nostra mente e nei nostri cuori, gli “oscar” albanesi. Alla fine di tutto, chiederanno solo un pacchetto di sigarette. A placare l'anima da quello che hanno scelto di fare meglio nella loro vita... Sicuramente per quello che è rimasto indietro. Il Ministro della Cultura (del momento), dirà due parole al suo funerale.

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